9 Agosto 2019

NOI, LA DEONTOLOGIA ED I SOCIAL. INTERESSANTE APPROFONDIMENTO DELLA FONDAZIONE STUDI SUL RUOLO DEI PROFESSIONISTI SUI SOCIAL CON DOCUMENTO DATATO 5 AGOSTO 2019 REDATTO DALL’OTTIMO LUCA DE COMPADRI E DA UN BRAVISSIMO SIMONE CAGLIANO. TANTI SPUNTI DI RIFLESSIONE SUL CONCETTO DI ETERE, WEB, LUOGO PUBBLICO E STAMPA AI FINI DELLA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEGLI ISCRITTI IN CORRELAZIONE CON IL CODICE DI DEONTOLOGIA. IL RUOLO DEGLI ORDINI PROFESSIONALI ANCHE DI VIGILANZA E DI CONTROLLO SUGLI ISCRITTI.

 

Il 5 agosto scorso la Fondazione Studi, con ricca prefazione del Presidente Rosario De Luca, ha presentato un magnifico approfondimento sul rapporto tra noi, i social, il codice di deontologia, i terzi e i CPO.

Confesso, dopo l’accurata lettura, di aver desiderato stringere la mano ai due valenti Autori dell’approfondimento vale a dire LUCA DE COMPADRI (che non scopro oggi) e SIMONE CAGLIANO (un giovane, valente ed apprezzato, collega che fu ns. ospite nel Convegno del 22 luglio al Ramada Hotel Naples disquisendo di welfare aziendale, regolamento, art. 51 TUIR con una sicurezza pari a quella di un veterano).

D’altra parte chi conosce DE COMPADRI E CAGLIANO sa delle loro qualità e di come siano i “soggetti pensanti” con i quali il Presidente Edmondo Duraccio ama interloquire e confrontarsi perché si sente “a suo agio”.

In questo loro approfondimento, che pubblichiamo a parte, i due Autori, a mo’ di sarti raffinati, raffigurano il web, l’etere come un vestito nel quale ci sono i tanti Consulenti del Lavoro. Ogni anfratto, tasca, taschino di questo abito immaginario è lo strumento veicolare che porta in giro per il mondo le nostre quotidiane esternazioni.

E già qui c’è il primo segnale di pericolo.

Una volta che abbiamo affidato al web il nostro pensiero, diventa di dominio pubblico e qualora dovesse recare offesa vi sarebbe l’applicazione di aggravanti giacchè quello spiffero di web che ci ha ospitato equivale ad un luogo pubblico secondo la Giurisprudenza di legittimità e di merito.

Il lato più interessante dello studio è il rapporto tra l’iscritto all’Ordine, il web, il terzo e i CPO.

Qui gli Autori ci ricordano che si è sempre Consulenti del Lavoro anche quando andiamo sul web.

In questo caso, essendo identificati come Consulenti del Lavoro sia perché come tali ci conoscono o perché ci siamo presentati in profilo con tale status, ogni nostro dire, oltre che rispettoso della dignità del terzo, ipotetico destinatario del lessico, deve conformarsi  al codice di deontologia e ad una serie di prescrizioni ivi contenute tra cui l’obbligo di lealtà e di correttezza nei confronti dei colleghi, di terzi e principalmente il “dovere di competenza” in quanto in quel momento siamo, comunque, Consulenti del Lavoro iscritti nell’Albo provinciale tenuto da un Consiglio.

E Dio sa quante cose assurde si leggono tali da dubitare che il profilo appartenga ad un “vero” Consulente del Lavoro.

E, qui, cosa non da poco, rientra il compito del Consiglio, art. 14 legge 12/1979, di vigilare sull’operato degli iscritti.

Quale operato?

Ecco, dunque, lo “sforzo” degli Autori che ringraziamo di cuore per aver scritto pagine miliari in subiecta materia.

E’ chiaro che, la violazione del “dovere di competenza” ha dei riflessi sul “decoro e dignità dell’Ordinamento di appartenenza” donde il deferimento al Consiglio di Disciplina.

Il CPO di Napoli ha sempre avuto a cuore la problematica del comportamento degli iscritti sui “social” e per i CPO ciò non è una novità.

Ad Agosto 2017, nel corso della Summer School di Treia, riservata ai Presidenti dei CPO, il tema fu affrontato in ogni dettaglio economico, giuridico, deontologico ma anche in relazione alle funzioni dei CPO.

Fu, poi, ripreso il 18 e 19 maggio 2018 durante l’Assemblea dei Presidenti e dei CPO presso il Link Campus University.

Il 23 luglio 2018 fu emanata una circolare ad hoc: Prot.0007744/U/COMUNICATI E NOTIZIE.

Tale documento di prassi fu trasferito in una “Notizie dall’Ordine” e, comunque, inviato a tutti.

Ora, e le cose si fan grandi, è la volta di questo magnifico studio di De Compadri e Cagliano che apre un’autostrada verso la disamina, l’approfondimento e la comprensione di un problema, l’operato degli iscritti sui social, che spesso sfugge al nostro pensiero circa la drammaticità delle conseguenze (e non ci riferiamo solamente alle “querele”).

Vanno ringraziati per la cristallina e certosina chiarezza nell’interesse dell’iscritto e dell’Ordine di appartenenza.

Una chiarezza ermeneutica di cui si sentiva il bisogno di essere portati per mano nei meandri difficili del web.

Soddisfazione, dunque, mista ad orgoglio perché come CNO abbiamo preso una posizione ufficiale e siamo, forse, il primo Ordine a valutare o a volerlo fare, l’impatto delle azioni dei nostri iscritti sui social ed i riflessi sul codice di deontologia.

Come CPO siamo altrettanto felici in quanto in occasione di una seduta di C.A.S.S. (Comitato Analisi Scenari Strategici) il Presidente Edmondo Duraccio parlò proprio di questo argomento dopo aver scritto una nota alla Presidente.

In quella sede fu deciso di discuterne nell’Assemblea dei CPO ed a diramare un’apposita circolare.

E così fu.

Ora la quadratura del cerchio con l’approfondimento di De Compadri e Cagliano cui va il ringraziamento di tutti i Consulenti del Lavoro di Napoli che operano anche sui social.

Buon lavoro

Ad maiora      

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

n. 1 ALLEGATO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

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Modificato: 3 Agosto 2023