8 Gennaio 2020

Legge di Bilancio 2020. Flat tax. Reintrodotto dal 2020 il divieto di cumulo tra redditi di lavoro dipendente ed autonomo. Secondo l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro della Fondazione Studi si perderanno oltre 10.000 Partite IVA.

 

La Legge di Bilancio di uno Stato, come il nostro che vive e sopravvive con il debito pubblico e con un’imposizione tributaria molto elevata, rappresenta pur sempre un assalto alla diligenza tra opposti interessi ivi compresi quelli elettorali, di gruppi importanti o di Categorie.

Ed ecco che, quest’anno (id: per il 2020), la complessa manovra di bilancio conclusasi con un voto di fiducia senza alcuna possibilità di disquisire o ragionare o proporre misure alternative, ha inferto una dura “batosta” ad alcuni beneficiari della “flat tax”.

Questo è il giudizio, apartitico ed apolitico, dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro (spesso nominato come “fonte” in TV da più che autorevoli opinionisti) sugli effetti rilevanti sulle “partite IVA” di contribuenti beneficiari della flat tax nel 2019 considerato che la legge di Bilancio 2020 ha introdotto il divieto di cumulo tra lavoro autonomo, comunque considerato, e lavoro dipendente (ivi compreso quello di pensione).

L’Osservatorio Statistico stima, nel 2020, una perdita di 10.000 (diecimila) lavoratori autonomi.

Lo studio elaborato dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro analizza i dati delle aperture delle partite IVA, avvenute durante i primi 9 mesi del 2019, ed effettua una stima dei soggetti che quest’anno saranno costretti ad abbandonare il forfetario per via delle nuove restrizioni introdotte dalla legge di bilancio.

Ergo, 10 mila lavoratori neo iscritti al regime forfetario dovranno rinunciare all’attività autonoma.

Si tratta di tutti coloro che hanno aperto la partita Iva nel 2019, ma che avevano contemporaneamente un reddito da lavoro dipendente o assimilato.

La legge di bilancio per il 2020 prevede, infatti, l’introduzione di nuovi requisiti di accesso al regime forfetario, da possedere l’anno precedente all’applicazione del regime.

Tra questi, il non aver percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui rispettivamente agli articoli 49 e 50 del TUIR, eccedenti l'importo di 30 mila euro.

Tale condizione sembra, in particolare, svantaggiare i titolari di partita Iva con un’età compresa tra i 51 e i 65 anni (4.084 abbandoni) e i pensionati over 65 (3.527).

A fornire questi dati, come sopra anticipato, è lo studio “Regime forfetario: i dati 2019 e la proiezione sul 2020”, redatto dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, realizzato in collaborazione con il Dipartimento Economia e Fiscalità del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, che ha analizzato i dati delle aperture delle partite Iva avvenute durante i primi 9 mesi del 2019, con particolare riferimento ai soggetti che hanno aderito al

forfetario a seguito delle modifiche introdotte dalla manovra 2019, ed effettuato una stima dei soggetti che quest’anno saranno costretti ad abbandonare il forfetario per via delle nuove restrizioni contenute nella legge di bilancio.

L’analisi dell’Osservatorio stima che a dicembre 2019 si conterebbero 269.569 nuove iscrizioni in regime forfetario, oltre i due terzi (67,5%) del totale delle nuove iscrizioni 2019 (399.584).

Facendo riferimento al nuovo regime forfetario, a fine 2019, ci sarebbero 554.902 aderenti, dati dalla somma dei 285.333 autonomi che nelle dichiarazioni Iva di aprile 2019 hanno optato per il nuovo regime forfetario e le 269.569 nuove iscrizioni che hanno aderito al regime.

Il dato 2019 mostra un incremento di circa 40 mila soggetti (+11%) rispetto al 2018.

Analizzando nel dettaglio le variazioni per classi di età, sono i soggetti con oltre 65 anni (+25,8% rispetto al 2018) e i lavoratori adulti (+19,7%) a trainare l’aumento annuale.

Inoltre, osservando l’andamento per settore economico, si registrano aumenti consistenti nel settore dei servizi medico-sanitari (+274%) e fra le attività professionali, scientifiche e tecniche (+48%). Guardando la convenienza del nuovo regime forfetario (+40.000), l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro ha provato a valutare quanto di questo incremento dipenda dalla condizione di favore dovuta all’assenza della soglia, recentemente introdotta dalla finanziaria 2020, che vincola l’applicabilità del nuovo regime ad un reddito da lavoro dipendente e assimilato di 30 mila euro.

Dall’analisi risulta che 10 mila lavoratori con redditi da lavoro o da pensione non avranno più convenienza quest’anno a svolgere un’attività autonoma.

In particolare, desisteranno dall’arrotondare la pensione circa 3,5 mila neo iscritti over 65 e dall’incrementare i propri guadagni circa 4mila autonomi fra i 51 e 65 anni con redditi superiori ai 30 mila euro l’anno.

Saremmo particolarmente lieti se l’Osservatorio Statistico ponesse mano ad una quantificazione statistica della pressione fiscale sulle libere professioni mettendo, poi, in correlazione la redistribuzione di queste imposizioni sotto forma di servizi utili al cittadino anche a livello di qualità.

Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 3 Agosto 2023