27 Febbraio 2020

Coronavirus e riflessi sull’occupazione, contribuzione e fisco. Dopo i primi provvedimenti del Governo relativi alle aziende e persone fisiche della “zona rossa” dove insistono i focolai del virus e la popolazione è in quarantena, il CNO suggerisce altri provvedimenti ritenuti necessari. La tutela degli studi professionali.

 

Non c’è giorno che non si parli del famigerato COVID-19 dal punto di vista scientifico, contagi, precauzioni, guarigioni, quarantene o da quello politico nel senso che ogni regione, avendone la potestà costituzionale, fa stato a sé ed emette ordinanze magari senza un coordinamento con lo stato centrale.

Non c’è un TG che non sembri un bollettino di guerra.

Le zone dove si sono sviluppati i “focolai” infettivi sono state definite “zone rosse” e, per queste, sono stati stanziati i primi milioni.

C’è stata, quindi, l’emanazione di un Decreto Legge, di un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle Finanze. Si tratta dei soliti provvedimenti di sospensione del versamento di contributi, imposte, rate di mutui per persone fisiche ed aziende dimoranti nelle zone rosse.

Del pari, è stato deliberato il ricorso allo “smart-working” senza alcuna preventiva modalità di consultazione e contrattazione.

Su questi primi provvedimenti è intervenuto il ns. CNO che ha indicato altre misure necessarie per gestire la crisi economico-occupazionale derivante dall’epidemia da COVID-19.

Per il CNO “l’emergenza creata dalle notizie apparse in questi giorni sul Coronavirus e dai primi provvedimenti adottati, sia a livello centrale che territoriale, impongono una riflessione sugli ambiti di intervento in materia di ammortizzatori sociali”.

Per questo motivo, in sede di interpretazione o di ulteriore legislazione, sarebbe necessario secondo i ns. rappresentanti:

riconoscere gli ammortizzatori sociali anche ad aziende ubicate fuori dalla zona rossa se hanno dipendenti che vivono in quelle zone e hanno quindi un materiale impedimento a recarsi al lavoro;

• introdurre procedure snelle per le relative richieste, senza cioè accordi sindacali, integrazioni o altro. Ufficializzare l’appartenenza della fattispecie epidemiologica negli eventi oggettivamente non evitabili con le relative conseguenze per la CIGO;

• estendere l’assegno ordinario del Fondo Integrazione Salariale (FIS) dell’Inps alle aziende da 5 ai 14 dipendenti, così come previsto per le aziende che impiegano mediamente oltre i 15 dipendenti;

• autorizzare, con procedure più snelle, il pagamento diretto del Fondo da parte dell’Inps dal momento che le aziende verseranno sicuramente in difficoltà finanziaria per effetto

della contrazione della domanda di beni e servizi;

• stabilire termini più ampi rispetto a quelli ordinari per la presentazione delle istanze;

• prevedere per tutte le altre aziende, gli studi professionali e realtà imprenditoriali ammortizzatori sociali in deroga non solo se si hanno attività o dipendenti nella zona rossa, ma anche se si subisce un calo di produttività a causa dell’emergenza sanitaria.

Infine, vanno segnalate le criticità degli studi di consulenza del lavoro presenti nelle varie zone colpite dal Coronavirus. Gli stessi non possono essere raggiunti dai clienti residenti in altri Comuni, così come i professionisti e i loro collaboratori non possono uscire dalle aree in quarantena. Anche queste situazioni devono, infatti, trovare tutela.

Buon lavoro.

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 3 Agosto 2023