23 Marzo 2020

Il 20 marzo scorso si sono riuniti il CUP e la RPT per stigmatizzare il trattamento riservato dal Governo, nel D.L. 18/2020 “Cura Italia”, agli oltre 2,3 mln di professionisti ordinistici. Tutti presenti. Il pensiero di Marina Calderone (CUP – Comitato Unitario Permanente Ordini e Collegi Professionali) e di Armando Zambrano (Rete Professioni Tecniche). Tutte unite e determinate le 21 professioni presenti per proporre al Governo misure a sostegno delle professioni.

 

Una riunione “urgente” del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (C.U.P.), presieduto da Marina Calderone, Presidente Nazionale dei Consulenti del Lavoro, e della Rete Professioni Tecniche (R.P.T.) presieduta da Armando Zambrano, Presidente Nazionale degli Ingegneri, era da ipotizzarsi all’indomani del varo del D.L. 17 marzo 2020 n. 18, c.d. Cura Italia per il contrasto all’emergenza sanitaria e per venire incontro alle esigenze di imprese, famiglie e lavoratori, dove, inopinatamente, alcuna forma di sostegno è stata prevista per i liberi professionisti “ordinistici” iscritti a Casse di Previdenza private.
Ed ecco che il 20 marzo scorso si sono “riuniti” i rappresentanti di 21 professioni ordinistiche che hanno deciso di fare fronte comune contro l’esclusione dal Decreto “Cura Italia” e per la tutela dei propri iscritti in grave difficoltà.
Il Decreto “Cura Italia” ha, deliberatamente ignorato i professionisti ordinistici, non riconoscendo il ruolo svolto da ben 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il momento di rimetterlo in piedi.
Questo è stato il pensiero delle professioni riunite da CUP e RPT in un incontro in cui è stato stabilito una battaglia comune per la tutela dei liberi professionisti in questa fase drammatica causata dall’emergenza Covid-19.
A questo proposito, tutti i partecipanti si sono stretti attorno ai colleghi rappresentanti delle professioni sanitarie, ringraziandole per il lavoro eroico che stanno svolgendo in questi giorni.
Per queste ragioni, nei prossimi giorni i rappresentanti delle 21 professioni che hanno partecipato il 20 marzo a questo incontro C.U.P./R.P.T. lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario che tenga conto delle esigenze generali, nella logica della sussidiarietà al Paese, principio guida della loro attività, e di quelle specifiche delle singole professioni. Un lavoro che scaturirà, a strettissimo giro, nella elaborazione di un Manifesto delle professioni col quale i 2,3 milioni di professionisti rappresentati si proporranno in maniera unitaria e compatta al Governo per un’interlocuzione seria e puntuale.
Nel frattempo, CUP e RPT hanno chiesto un incontro urgente ai Ministri del Lavoro e delle Finanze per definire una serie di iniziative a tutela delle professioni.
I professionisti, hanno sostenuto CUP e RPT, devono riaffermare il proprio ruolo e parlare con un’unica voce. Non hanno bisogno di interventi a pioggia ma di una serie di interventi precisi, mirati. Chiarendo le modalità di applicazione dell’art.44 (Reddito di ultima istanza) e quindi la disponibilità di risorse per i professionisti.
E non solo!! Il Governo, hanno sostenuto le Professioni, deve mettere le Casse di Previdenza Private cui sono iscritte, in condizione di intervenire in maniera forte e risolutiva, utilizzando risorse proprie.

Basterebbe rendere disponibili tutte le somme della ingiusta doppia tassazione delle Casse (stimabile in 1 miliardo di euro), per un anno, che potrebbero alimentare provvedimenti importanti per la ripresa degli studi professionali ed a ristoro della crisi.
Poi, naturalmente, servono interventi nella direzione del rinvio del pagamento delle tasse, dell’eliminazione della ritenuta d’acconto, diventata anacronistica dopo l’introduzione della fattura elettronica. Ma soprattutto i professionisti ordinistici pretendono interventi decisi che rendano possibile risollevarci una volta passata l’emergenza, aggredendo i temi della sburocratizzazione, della semplificazione, delle infrastrutture.
I professionisti sono stufi di essere considerati una categoria di privilegiati!!
Chi continua a pensarlo vive ormai da anni fuori dalla realtà.
I professionisti ordinistici sono ora una categoria in difficoltà che ha bisogno di aiuti, esattamente come gli altri lavoratori.
In questo senso, i professionisti C.U.P./R.P.T. hanno espresso forti critiche all’art.44 (Reddito di ultima istanza) anche per aver incluso diverse forme di lavoratori senza prevedere una quota per le professioni ordinistiche.
Le conclusioni dei Professionisti C.U.P./R.P.T. sono da brividi.
Siamo in una condizione di guerra che può essere affrontata solo con proposte choc, 2,5 milioni di professionisti sono ormai alla canna del gas, anche a causa dell’abolizione delle tariffe e del loro conseguente impoverimento, e chiedono interventi radicali, come ad esempio l’eliminazione del Codice Appalti che, come attualmente strutturato, ingabbia il Paese. Non servono interventi che seguano la logica del reddito di cittadinanza, i professionisti non sono tutti uguali. Servono interventi specifici che tengano conto delle situazioni differenti”.
L’iter di conversione del D.L. Cura Italia sarà l’occasione per un intervento fattivo dei C.U.P./R.P.T. presso il Parlamento ed i Gruppi Politici affinchè tengano conto delle condizioni sempre più critiche degli studi professionali.
Buon lavoro.

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 3 Agosto 2023