3 Luglio 2019

ALTRO GRANDE LAVORO DI ELABORAZIONE DELL’OSSERVATORIO STATISTICO DEI CONSULENTI DEL LAVORO. NE PARLANO, ORMAI, TUTTI I “MEDIA”. QUALI SONO STATE LE PROFESSIONI “VINCENTI” NEGLI ULTIMI 5 ANNI INTESE COME FIGURE PROFESSIONALI RICHIESTE DAL MERCATO E QUALI SONO STATE QUELLE CHE, NELLO STESSO PERIODO, SONO RISULTATE “PERDENTI”.

 

Siamo una “Categoria Professionale” sempre più vicina a “Quelli del Lavoro, dell’Occupazione” che alla atavica definizione che ci proiettava un decennio fa all’opinione pubblica come “Quelli delle buste paga”.
Prova recentissima di quanto affermato sopra e che ci proietta nell’olimpo delle professioni nobili quanto utili all’impresa, ai lavoratori ed alle Istituzioni, è il Festival del Lavoro 2019 al MI.CO di Milano dal 20 al 22 giugno scorso.
Nemmeno il tempo di tornare a casa, dopo essere stati tre giorni al centro del pianeta lavoro sotto i fari dei media e dell’opinione pubblica, che già il nostro CNO, con Fondazione Studi ed Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, ha voluto inviare un messaggio a quanti, al termine degli esami di maturità in corso, intendono conoscere, per la successiva scelta di studio, la professione emergente, in auge, quella richiesta dal mercato del lavoro, quella corrispondente alle esigenze delle aziende e quelle in discesa nel senso che non sono richieste dal mercato.
Lo ha fatto, come dicevamo, con una splendida elaborazione dell’Osservatorio Statistico del Consulenti del Lavoro nell’individuare, negli ultimi cinque anni, dal 2014 al 2018, la classifica delle professioni “vincenti” e “perdenti” degli ultimi cinque anni e le competenze più richieste dal mercato del lavoro.
In cima alla classifica delle professioni altamente qualificate, dal 2014 al 2018, troviamo i professionisti dell’economia digitale: analisti e progettisti software. Nel periodo preso in considerazione questo profilo è cresciuto di 33,7 mila unità, di queste oltre 10 mila solo nel 2018.
Inoltre, nell’ultimo anno le attivazioni hanno riguardato per il 66% giovani entro i 34 anni di età e per l’83% assunzioni a tempo indeterminato.
Strettamente legate alla quarta rivoluzione industriale anche altre tre professioni: al 3° posto i disegnatori industriali (+21,7 mila), al 5° posto i tecnici esperti in applicazioni (+20 mila) e all’8° posto i programmatori (+13,5 mila).
I contabili e professioni assimilate (+24,8 mila) occupano il 2° posto, mentre al 4° posto troviamo le professioni sanitarie riabilitative (+21,2%).
La domanda di alte qualifiche, come rilevato dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, conosce in Italia una consistente diversificazione regionale: ad esempio, se nelle regioni del Nord in testa alla classifica si trovano le professioni legate alla rivoluzione tecnologica, nel Mezzogiorno risultano vincenti i white job, legati ai lavori specialistici socio-sanitari.
Questa elaborazione dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro fa parte dell’indagine “I fabbisogni professionali delle imprese”. La struttura statistica che fa capo ai Consulenti del Lavoro ha effettuato l’analisi della domanda di professioni del futuro: “hard e soft skill” che analizza le prime 10 professioni “vincenti”, che dal 2014 al 2018, hanno registrato la maggiore crescita (+1.151,4 milioni di posizioni lavorative), e le professioni “perdenti”, spiazzate dall’evoluzione tecnologica o da fenomeni di crisi, che registrano, nello stesso periodo, la maggiore flessione del numero dei lavoratori. Tra queste, la professione con la maggiore contrazione della domanda è quella degli addetti all’immissione dati (-172,1 unità negli ultimi 5 anni). La loro scomparsa infatti è imputabile alla diffusione dei processi telematici di acquisizione delle informazioni. Al 2° posto, per via della contrazione del commercio al dettaglio rispetto alle catene dei centri commerciali e alla grande distribuzione, gli esercenti alle vendite al minuto che sono diminuiti di 89,5 mila unità e a seguire gli specialisti in contabilità e problemi finanziari (-37,2 mila). Si tratta di tutte quelle professioni che analizzano, interpretano le informazioni contabili per formulare pareri, preparare indicazioni e proposte su questioni contabili, fiscali e finanziarie, per certificare la correttezza e la conformità delle scritture aziendali alle leggi e ai regolamenti, ovvero coordinano le attività di gestione e di produzione delle scritture contabili. Questa funzione aziendale è sempre più delegata a consulenti esterni e sempre meno internalizzata negli organici aziendali. Non deve poi sorprendere che il grosso della domanda di lavoro totale nel nostro Paese riguardi le professioni mediamente qualificate, infatti queste sono svolte dal 53,4% degli occupati in Italia. Si pensi, ad esempio, al settore turistico (alberghi e ristoranti). Il rapporto redatto dall’Osservatorio si focalizza anche sulle caratteristiche richieste e ritenute indispensabili dalle imprese nel momento in cui decidono di assumere. Tra le soft skill più importanti: essere persistenti, riconoscere i problemi e avere la capacità di lavorare in gruppo. Competenze trasversali che se possedute possono incidere anche sulle retribuzioni d’ingresso. Ad esempio, l’aumento in busta paga è del 25,1% relativamente al requisito della persistenza, dell’8,4% del primo stipendio per l’attitudine a riconoscere problemi e al 6,3% per la capacità di lavorare in gruppo.
Anche questo sono i Consulenti del Lavoro!
Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 3 Agosto 2023