22 Luglio 2019

NELLA RIUNIONE AL VIMINALE, IL 15 LUGLIO SCORSO, DELLE PARTI SOCIALI CON IL VICE PREMIER SALVINI, IN PREPARAZIONE DELLA MANOVRA ECONOMICA 2020, NON E’ MANCATO IL CONTRIBUTO DEI CONSULENTI DEL LAVORO. PRESENTATO DAL CNO AL VICE PREMIER UN APPROFONDITO E SOSTANZIOSO DOCUMENTO PER LA CRESCITA E LA SOSTENIBILITA’. NE’ PIU’, NÉ MENO GLI STESSI TEMI DISCUSSI CON IL VICE PREMIER AL FESTIVAL DEL LAVORO 2019 AL MI.CO DI MILANO E DA NOI ANTICIPATI NELLE TAVOLE ROTONDE DEL VI FORUM “LAVORO, OCCUPAZIONE, IMPRESE & LIBERE PROFESSIONI” DEL 9 MAGGIO SCORSO ALLA STAZIONE MARITTIMA.

 

Il 15 Luglio scorso c’è stata un’affollata riunione al Viminale, su esplicita richiesta del Vice Premier e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con le Parti Sociali.

Orbene, la ns. Categoria, regolarmente invitata, non ha mancato di offrire il proprio contributo tecnico.

Ma, è stato obiettato con ampio risalto dai “media”, c’era stata un’invasione di campo del Ministro Salvini su temi che, di solito, si discutono a Palazzo Chigi?

Noi, ed è questo un tema chiaro per tutti i Consulenti del Lavoro, siamo tecnici, i veri tecnici della materia, e se ci chiamano vi partecipiamo. Non sta a noi stabilire se Salvini avesse o meno la legittimazione.

D’altra parte sono stati discussi con le Parti sociali temi “caldi” di cui tutti i giorni si sente parlare in TV e che già sono stati oggetto, al ns. Festival del Lavoro (Mi.Co dal 20 al 22 giugno 2019) di approfondimenti e proposte della Categoria alla presenza ed in contraddittorio con economisti, politici, giornalisti, opinionisti.

Anche noi di Napoli, nel ns. piccolo, ne abbiamo fatto oggetto di “proposte” all’opinione pubblica ed ai politici, nel corso della VI Edizione del Forum “Lavoro, Occupazione, Imprese & Libere Professioni” ampiamente riprese dai media e dalla TV Nazionale (RAI 2 e Canale 5).

È da un bel po’ che la Categoria “parla” di “risollevare i consumi”, “riduzione della pressione fiscale e contributiva”, “opere pubbliche infrastrutturali”, “linee di credito privilegiate per P.M.I.”.

Il 15 luglio scorso è stata l’occasione per ribadire il “pensiero” della Categoria che è tratto dall’esperienza quotidiana a fianco di lavoratori e Imprese di cui costituisce cassa di risonanza delle loro necessità. È stato presentato un articolato “documento” che, lo ripetiamo, è il compendio di quanto emerso al Festival del Lavoro 2019 che ha visto ospite lo stesso Salvini su questi temi donde il suo pensiero su “riduzione delle tasse”, “disciplina europea del flusso migratorio”, “salari decenti ed in linea con il costo della vita”, “investimenti pubblici”.

Tre sono stati i punti affrontati dalla Categoria nel Documento consegnato al Viminale: a) piano di investimenti in Politiche attive; b) introduzione di un salario minimo passando, però, per una riforma organica del sistema fiscale; c) congrua riduzione del cuneo fiscale.

In un Paese a bassa crescita come l’Italia – ha evidenziato il Consiglio Nazionale dell’Ordine nel documento – la riduzione delle tasse non può che passare dalla ricerca di maggiori risparmi.

E una voce di spesa in continuo saldo negativo è costituita ad esempio dai sussidi per disoccupazione erogati ai lavoratori che hanno perso il lavoro in modo involontario. Oggi la NASpI rappresenta la forma più diffusa di assicurazione contro la disoccupazione (riguarda 1,5 milioni di persone ogni anno), che viene pagata mensilmente dagli occupati, e che va a costituire un fondo per chi perde il lavoro. La somma dei contributi pagati dai lavoratori e dalle aziende tuttavia non è sufficiente a rendere sostenibile la spesa per sussidi di disoccupazione (inclusi gli oneri derivanti dalla contribuzione figurativa). Infatti nel 2017, a fronte di 5 miliardi di euro che hanno alimentato il fondo per la disoccupazione, l’Inps ha sostenuto una spesa di 15,5 miliardi di euro.

Per rendere sostenibile la spesa in sussidi passivi di disoccupazione, servirebbe un piano di investimenti in politiche attive del lavoro rivolte ai percettori di NASpI.

L’unico strumento, su base volontaria, costituito dall’assegno di ricollocazione è stato dirottato sui percettori del reddito di cittadinanza, e le misure volte al reinserimento dei percettori di disoccupazione sono delegate alla programmazione delle politiche del lavoro regionali.

Secondo il nostro CNO, grazie alle politiche attive finalizzate al ricollocamento dei lavoratori in NASpI presso le tante aziende che cercano personale con specifiche qualifiche, è possibile azzerare il saldo attualmente negativo di 10 miliardi di euro l’anno nell’arco di 5 anni, andando così a concretizzare una riduzione di spesa significativa per le casse dello Stato e un miglioramento dell’occupabilità dei disoccupati.

La seconda misura esaminata dalla Categoria è l’impatto sul costo del lavoro delle imprese italiane, soprattutto quelle piccole e medie, che si avrebbe con l’introduzione di un salario minimo legale per i lavoratori dipendenti.

La Categoria, nel documento de quo, ha ribadito che, pur essendo condivisibile il tentativo di dare dignità economica al lavoro e

combattere i fenomeni di manodopera a basso costo in violazione dei diritti dei lavoratori, tale introduzione potrebbe comportare una serie di effetti negativi: una minore disponibilità di risorse per trattamenti retributivi aggiuntivi come premi di produzione e welfare aziendale, a discapito della produttività e del benessere organizzativo; l’aumento del prezzo di beni e servizi da parte delle imprese tenute ad affrontare nuovi costi, che potrebbe vanificare i benefici sui consumi e sul potere d’acquisto che la norma sul salario minimo tende a generare. E ancora, situazioni di dumping sociale con i lavoratori europei, con una nuova ondata di delocalizzazioni e una diminuzione dei già bassi livelli di investimenti esteri in Italia; lavoro sommerso; e, ancora, un livellamento indiscriminato delle diverse tipologie contrattuali e di lavoro. Per attenuare tali effetti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha ritenuto opportuno e indispensabile il pieno coinvolgimento delle parti sociali nell’identificazione del salario minimo, individuando tale importo in quello derivante dal contratto collettivo nazionale stipulato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative lasciando alle stesse anche il compito di individuare un salario minimo residuale nelle ipotesi di mancata applicazione dei contratti collettivi.

Inoltre, contro gli appalti illeciti, il CNO ha auspicato la reintroduzione dell’obbligo di equiparare le retribuzioni dei dipendenti dell’appaltatore a quelli dell’appaltante.

Il costo del lavoro rientra inoltre nel più ampio capitolo del cuneo fiscale. Tra i punti analizzati dal CNO, la riorganizzazione del sistema tributario e fiscale con l’obiettivo di ridurre i costi per cittadini e imprese.

Per la Categoria la cosiddetta flat tax rappresenta certamente un’occasione di riforma per perseguire e realizzare sei obiettivi: creare un sistema fiscale competitivo e socialmente equo tra tutte le categorie di contribuenti (titolari di partita IVA, lavoratori e pensionati), attraverso l’introduzione di due aliquote IRPEF (al 15% fino ad un reddito di 65.000 euro, al 20% o al 23% per redditi superiori a 65.000 euro); semplificare l’insieme di detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta, nel rispetto del principio di progressività dell’art. 53, c. 2, della Costituzione; incentivare un sistema di tassazione unica del nucleo familiare in alternativa all’attuale sistema di tassazione individuale. E ancora, semplificare e ridurre le ulteriori forme di tassazione presenti nell’ordinamento che disincentivano la circolazione del denaro, degli investimenti e dei consumi; realizzare un sistema fiscale più semplice con l’obiettivo di raggiungere una effettiva compliance al fine di ottenere una spontanea emersione del sommerso; e, infine, riformare il sistema sanzionatorio tributario penalizzando i contribuenti che continueranno ad evadere in maniera abituale.

Il Consiglio Nazionale, infine, ha ribadito la necessità di semplificare i processi di riforma, efficientamento e modernizzazione della società e della Pubblica Amministrazione, da un lato, con l’avvio di politiche che snelliscano norme e procedure, dall’altro, affidando ai professionisti ordinistici ruoli e funzioni in relazione al loro carattere di terzietà.

Questi, infatti, costituiscono un asset strategico in termini di cultura,

competenze, legalità e tutela dei diritti dei cittadini e, attraverso le loro prestazioni intellettuali, garantiscono qualità e generano plusvalore economico e sociale. Ragioni per le quali – ha sottolineato la Categoria durante il tavolo di confronto – non si può più prescindere dall’applicazione diffusa e organica dell’equo compenso ai professionisti.

Anche questa volta, quindi, la Categoria è stata fedele al proprio ruolo di essere al servizio dello Stato, Imprese e Lavoratori.

Buon lavoro
Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

 

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Modificato: 3 Agosto 2023