9 Ottobre 2017

Dopo una scandalosa sentenza del Consiglio di Stato in materia di bando di gara con previsione di prestazione gratuita di professionisti, la Presidente del C.U.P.  Marina Calderone incalza il Parlamento affinchè il DDL Sacconi sull’equo compenso venga approvato entro la fine di questa legislatura. E’ semplicemente un “atto di giustizia sociale e di civiltà giuridica”. Ecco il pensiero della nostra Presidente rendendosi interprete di quello dell’intera Categoria professionale.

 

Il problema dell’equo compenso per i liberi professionisti, dopo l’abrogazione delle “tariffe professionali” e il varo dei “parametri” da utilizzare per dirimere una lite tra professionista e cliente, si pone sempre di più con drammatica urgenza.

Non si può equiparare la libera professione e l’operato del professionista ad un’impresa e ad un imprenditore (sia pure del pensiero). Il loro è un mercato “speciale” che nulla ha a che vedere con quello normale basato sulla domanda ed offerta.

La “tariffa professionale”, abbiamo detto in altre circostanze, ha la propria ratio in un vantaggio per il cliente in quanto, nei minimi, contiene l’onorario sufficiente a stornare le spese, anche per la prestazione in qualità, sopportate dal professionista. Ed invece no, il mercato professionale è divenuto peggio di quello “normale” dove le attività intellettuali che richiedono ore di applicazioni al pari di adempimenti spesso irrazionali non hanno, nella determinazione di un compenso (id: definirlo “onorario” sarebbe scandalosamente autoreferenziale), nessun riferimento al necessario binomio tempo/qualità. E così le nottate per fare invii telematici o arrabbiarsi (ma è un eufemismo) quando gli strumenti tecnologici non funzionano.

Ricordate, allora, per chi era presente, la “lectio magistralis” del Prof. Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, al Congresso di Napoli sull’art. 36 della Costituzione che si riferisce sia ai lavoratori subordinati che a quelli autonomi.

E’ il nostro pensiero da sempre!!!

E che si vada sempre peggio nella considerazione dei nostri governanti,  Istituzioni varie (id: Antitrust) e Magistratura amministrativa lo dimostrano il favore tiepido del Parlamento verso una definizione normativa di equo compenso (laddove avrebbero potuto inserirlo già nel jobs act degli autonomi in luogo di mettere quel corpo estraneo del “lavoro agile”) e la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha considerato legittimo, a differenza dei Giudici di 1° del TAR, un bando di gara nel quale non era indicato alcun compenso per i professionisti se non il diritto a percepire il rimborso delle spese quasi a voler dire che a lavorare per un ente importante l’equivalente dell’onorario non previsto è compensato dalla pubblicità che se ne riceve per lavorare in favore di quello speciale committente. Un qualcosa che contrasta anche con l’etica.

E’ intervenuta, allora, la Presidente Marina Calderone che, come Presidente del C.U.P., ha portato avanti la battaglia sull’equo compenso sfociata, da ultimo, nel DDL Sacconi cui fece seguito una conferenza stampa della quale vi abbiamo dato informativa.

 

Ha affermato, a seguito della Sentenza del Consiglio di Stato (id: N. 4614/2017) che: “Quella per l’equo compenso ai professionisti è una battaglia di civiltà giuridica, in generale, e per i giovani, in particolare, affinché il loro lavoro non continui ad essere mortificato da quei committenti che sempre più spesso chiedono prestazioni consulenziali a titolo gratuito”.

“È necessario”, ha affermato la Presidente, “che tutte le professioni uniscano le forze su questa battaglia di legalità e operino congiuntamente affinché la legge sull’equo compenso venga approvata presto ed entri a far parte dell’ordinamento giuridico italiano entro la fine della legislatura. Così da dotare un comparto economico come quello dei liberi professionisti, composto da 2,5 milioni di iscritti, di un punto di riferimento normativo di quantificazione della prestazione a fronte di un’assenza di regole. Continuare a restare in questa situazione vuol dire, infatti, scegliere di non dare un futuro ai nostri giovani”.
Come non esserle vicina?
Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE       
EDMONDO DURACCIO

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata.

Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 3 Agosto 2023