29 Giugno 2022

Nel corso della XIII Edizione del Festival del Lavoro a Bologna, un’apposita sessione, nell’Auditorium, è stata dedicata all’indagine della Fondazione Studi su” IL LAVORO CHE C’E’, I LAVORATORI NON CI SONO”. L’indagine era stata presentata ufficialmente nella conferenza stampa della Calderone all’Università degli Studi di Bologna alla vigilia dell’inaugurazione della XIII sessione del Festival del Lavoro. Sono dati drammatici.

E’ calato il sipario sulla XIII Edizione del Festival del Lavoro di Bologna svoltosi dal 23 al 25 giugno scorso al Palazzo della Cultura e dei Congressi.

Occhi puntati sulle transizioni alla XIII edizione del Festival del Lavoro.

L’indagine di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono” sintetizza in numeri l’emergenza tendenziale provocata dal mismatch: entro il 2026, a fronte di una domanda di 4,3 mln di lavoratori, si rischia di non trovarne 1 milione e 350mila.

Questa la sintesi dell’indagine condotta da Fondazione Studi dal titolo “Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono” presentata in anteprima dal Consiglio Nazionale, Fondazione Studi e CPO di Bologna all’Università degli Studi “Alma Mater”.

Non solo l’indagine, invero, ma anche le proposte della Categorie che sono emerse nel corso di un’apposita sessione , svoltasi nell’Auditorium, dedicata al fenomeno emerso dall’indagine di Fondazione Studi e che nei giorni precedenti aveva tenuto banco in tutti i programmi televisivi dove imprenditori del Turismo lamentavano la preponderanza dell’offerta a fronte di una nullità di domande.

Occorre, per la nostra Categoria, intervenire in tempi rapidi, perché è alto il rischio che entro quattro anni la difficoltà delle aziende nel rintracciare i profili necessari per la propria attività diventi critica e che a fronte di un fabbisogno di circa 4,3 milioni di lavoratori, restino disattese 1 milione e 350mila ricerche di personale per assenza di candidati.

Per la Fondazione Studi risulta molto complesso rintracciare i motivi di questa tendenza, che sta diventando allerta alla vigilia della stagione estiva nei comparti a più alta stagionalità come le attività ricettive e la ristorazione. Il calo dell’offerta di lavoro (-838mila persone attive di 15-64 anni tra 2018 e 2021), dovuta allo sfavorevole quadro demografico (636mila residenti in meno tra 2018 e 2021, di cui 262mila giovani), ma anche alla crescita degli inattivi (+194mila nello stesso periodo), interessa anche le componenti della popolazione tradizionalmente più dinamiche, come gli immigrati (14,4% di inattivi in più).

Il dossier passa poi in rassegna il mismatch esistente in Italia tra offerta e domanda di formazione e fornisce un quadro dei fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine: il disallineamento più forte è nell’istruzione terziaria, in cui il gap più importante si registra nell’indirizzo giuridico-politico sociale dove mancherebbero ogni anno circa 12mila laureati, seguito dall’area economico statistica (11mila in meno del necessario), ingegneria (quasi 9mila) e dall’indirizzo medico sanitario (8mila circa). Tra i motivi del fenomeno, secondo la ricerca, rientrerebbe anche l’accresciuta mobilità delle persone, trasversale tra generazioni e settori d’occupazione e in parte collegata agli effetti della pandemia sulla vita delle persone. Lavoratori che cercano un nuovo lavoro per un miglioramento retributivo (52,5%) o per un maggiore benessere ed equilibrio tra vita personale e lavorativa (49%). Non irrilevante il fatto che l’accresciuta richiesta di profili specialistici nei settori in crescita, edilizia e sanità in primis per assunzioni e dimissioni, ne faccia aumentare la concorrenzialità. Senza dimenticare il problema strutturale legato a carenza e bassa specializzazione dei soggetti deputati all’intermediazione.

Il mondo del lavoro – ha affermato Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro a margine della conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro – è la cartina al tornasole dei complessi cambiamenti che hanno caratterizzato gli anni passati e ancora di più incideranno su quelli futuri. Confrontarci sulle transizioni economiche, sociali, digitali con tutti gli attori era un imperativo per la nostra Categoria, al centro tra le esigenze datoriali e quelle dei lavoratori”.

Transizioni che cambiano anche le competenze necessarie per poter essere attrattivi nel mercato del lavoro.

Dal canto suo, il Presidente della Fondazione Studi, De Luca, ha anche indicato che nel corso del Festival se ne sarebbe parlato diffusamente nell’Auditorium ma anche nelle “Aule” tematiche. Quest’anno, poi, l’evento dei Consulenti del Lavoro è diventato anche l’occasione per una gara di solidarietà. Infatti, il piccolo contributo richiesto ai partecipanti (studenti esclusi) per l’iscrizione è stato devoluto totalmente devoluto all’Associazione “Amaci” per l’acquisto di attrezzature robotiche per la chirurgia pediatrica del “Gozzadini” di Bologna.

Sono stati raccolti ben 40.000 euro.

“È nelle persone che si trova la linfa della rinascita – ha ricordato Pier Paolo Redaelli, Presidente del Consiglio Provinciale Ordine Consulenti del Lavoro di Bologna e dell’Associazione “Amaci” ‒ e che assicurano il dialogo tra valori e visione. Per questo abbiamo scelto, come Categoria, di mettere al centro la qualità della vita delle persone, bambini in primis». Investire sul futuro, quindi, anche guardando alle giovani generazioni. Per questo nel calendario del Festival del Lavoro, inserito tra gli eventi dell’Anno Europeo dei Giovani 2022, era stato previsto un programma dedicato a studenti, laureati e laureandi, in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum Univestità di Bologna, l’Almae Matris Alumni e il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Due le direttrici di sviluppo: da una parte il confronto su temi come intelligenza artificiale, lifelong learning, autoimprenditorialità, criptovalute, metaverso; dall’altra, consulenze personalizzate con consulenti del lavoro che possono rispondere a quesiti sui contratti di lavoro, apprendistato, tirocini e l'avvio della propria carriera. «Per il nostro Ateneo – ha affermato Paola Fabbri, Delegata per il Rettore per l’orientamento in uscita, il job placement e gli Alumni dell’Università di Bologna – il supporto all’orientamento in uscita degli studenti è vissuto non solo come compito istituzionale, ma convintamente come strumento di implementazione delle potenzialità per l'inserimento lavorativo. Con un panorama del mondo del lavoro in rapidissima e costante evoluzione, occasioni come il Festival del Lavoro rappresentano per gli studenti e i neolaureati importanti opportunità di approfondimento e arricchimento al di là dei contorni formativi propriamente universitari. Collaborare nella costruzione di eventi come questo, ha consentito alla nostra Università di ampliare e diversificare le opportunità di orientamento e informazione sul mondo del lavoro che integrano i servizi erogati internamente per la preparazione e la transizione verso l'inserimento lavorativo, certi del valore aggiunto che questo rappresenta per tutti gli Studenti e per gli Alumni dell’Alma Mater».

Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/ED

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Modificato: 2 Agosto 2023