18 Giugno 2020

La Fondazione Studi ha approntato un lavoro monografico su “lavoro stagionale e bonus”. Tra gli autori il ns. Francesco Capaccio che ha, poi, illustrato la tesi nella trasmissione della WEB TV “Diciottominuti”. E’ importante in quanto mette un punto fermo su campagne anche denigratorie nei confronti della Categoria, servizio di “Striscia la Notizia” sui lavoratori stagionali, chiarendo chi siano, davvero, i lavoratori stagionali e quali siano le attività stagionali nonché la differenziazione con i picchi di lavoro stagionale. Il tutto alla luce della mancata erogazione del bonus di € 600,00 a lavoratori a termine che stagionali, in base alla legge, non sono. Da qui “la colpa” ai Consulenti del Lavoro che nell’UNILAV non avrebbero indicato lo status di “stagionale”.

 

E’ stato (ed è ancora) un brutto periodo, prima il lockdown, poi la lenta ripresa, il ricorso all’ammortizzatore sociale, l’erogazione del bonus di € 600,00 a determinate categorie di lavoratori compresi gli autonomi.

E qui si è scatenato un putiferio relativo ai lavoratori “stagionali del turismo”.

Numerosi lavoratori non l’hanno percepito, altri sì.

Nell’immaginario collettivo, in quanto lavorano tutti per pochi mesi (5/6 all’anno più o meno nello stesso periodo), sarebbero i c.d. lavoratori stagionali.

Ed ecco che la stampa ha incominciato un focus sulla penisola sorrentina e se ne sono lette di tutti i colori con espliciti riferimenti ai consulenti del lavoro che avrebbero sbagliato nel non evidenziare lo status di “stagionale” nell’UNILAV.

Ed è già iniziata la via crucis presso i colleghi con richieste di modificare (dapprima) il flusso UNIEMENS e (poi) l’UNILAV.

Il clou di tutta questa vicenda si è avuta con un servizio di “Striscia la Notizia” che ha intervistato un manipolo di lavoratori di un noto Albergo (aperto tutto l’anno e con assunzioni per picchi di utenza di un buon numero di lavoratori per i medi di “alta stagione”) ed altri lavoratori (con identiche mansioni ma dipendenti da strutture che sono aperte solo nel periodo estivo).

Tutti si sono dichiarati “stagionali” donde la meraviglia dell’intervistatrice nell’apprendere che alcuni lavoratori avevano percepito il bonus ed altri niente.

Le solite frasi acchiappa attenzione mediatica, lavoratori di serie A e serie B, identico lavoro, solo che in strutture diverse.

Hanno concesso, poi, la parola ad un collega il quale ha cercato di dire che c’era un vulnus nella norma e basta.

Poi “Striscia la Notizia” si è ripetuta a Venezia.

Il Nostro CPO era pronto per intervenire sia nei confronti della “stampa” che per i servizi televisivi (invero, non solamente “Striscia”).

Poi la decisione, essendo la questione approdata anche sui “social” con la costituzione di “Comitati di lavoratori Stagionali”, di chiedere un intervento “nazionale” al ns. CNO essendo la questione di rilevanza nazionale (Cortina, Isola d’Elba) ed anche allo scopo di evitare strumentalizzazioni circa un nostro intervento diretto sul territorio.

Sui “social” in modo abbastanza trasversale abbiamo evidenziato la ns. verità giuridica: sono attività stagionali solo quelle di cui al D.P.R. 1525/63 con elencazione definita “tassativa”, anche nei requisiti, dalla Corte di Cassazione donde lo status di lavoratori stagionali solo a quelli che svolgono mansioni e prestazioni in quelle attività.

Ieri, il doppio intervento della Fondazione Studi. Da un lato un lavoro monografico ad hoc dal titolo “Lavoro Stagionale e Bonus: Perché serve una norma” redatto da Francesco Capaccio e Pasquale Staropoli, Esperti della Fondazione Studi e la seguitissima trasmissione della WEB TV “Diciottominuti” con la partecipazione di entrambi gli autori.

Emerge, dunque, la correttezza di comportamento della Categoria nel considerare stagionali quei lavoratori impegnati nelle attività di cui al D.P.R.1525/63 che, per quanto vetusto, è l’unica fonte normativa a cui attenersi. Gli altri sono, semplicemente, dei lavoratori a termine per picchi di attività per i quali i datori di lavoro pagano anche un contributo Naspi aggiuntivo all’’1,40% pari allo 0,50% ad ogni rinnovo?

La declaratoria dei CCNL di settore e l’allargamento delle attività o dei requisiti?

Non è sufficiente. Occorre la revisione del D.P.R. 1525/1963.

Bene hanno fatto i colleghi a non procedere a modifiche dell’UNILAV.

Ora sembra che il Ministro del lavoro sia pronto ad emanare un Decreto per l’erogazione dei 600,00 euro anche a questa tipologia di

Lavoratori a termine per picchi di attività che abbiano prestato servizio per almeno 30 giorni nel 2018 e 2019 ma questa è vicenda politica.

I ns. vertici hanno interloquito con il Ministero del Lavoro, evidenziando la differenza tra lavoratori stagionali e lavoratori a termine per picchi di attività allo scopo di far cessare la pressione sui nostri studi da parte di lavoratori (che stagionali non sono) che versano in stato di bisogno.

Ora speriamo che la situazione si calmi!!!

L’importante è che attraverso l’eco mediatico i Consulenti del Lavoro vengano considerati fedeli esecutori di norme di legge e non autori di errori nella compilazione dell’UNILAV.

Buon Lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

 

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Modificato: 3 Agosto 2023